Jokyo

 

Jokio ph Mario Carlini copia

ph. Mario Carlini


Jokyo

di Yoshito Ohno e Febo Del Zozzo
Regia: Yoshito Ohno e Febo Del Zozzo
con la partecipazione di: Greta Bacchini, Marzio Badalì, Giacomo Calandrini, Lucia Fontanelli, Gabriele Gatto, Bruna Rroshi, Ester Silverio e Olivia Teglia
Luci e scenografia: Febo Del Zozzo


Presentato: 10 marzo 2017, ore 21

Jokyo è il lavoro site-specific creato e costruito dall’incontro tra Yoshito Ohno e Febo Del Zozzo durante i giorni di residenza artistica del maestro giapponese a DOM. Focus portante della performance è il “contesto” e la sua percezione. In scena assieme ai due artisti anche otto giovani non professionisti, che con la loro presenza scenica danno vita ai sentimenti evocati dai due performer. Tre sono i momenti che scandiscono lo spettacolo. Ricordiamo infine che Jokyo è un progetto ideato da Laminarie.

PRIMA ZONA

Nella prima parte del lavoro assistiamo al “contesto” vissuto dal regista, nonché direttore artistico di Laminarie Febo Del Zozzo. La sua idea di ciò che delimita e definisce il contesto viene qui riprodotta e rappresentata.

Parole: oppressione, chiusura, soffocamento, materia, ritmo, macro-organismo e strumenti scenici.

INCONTRO
Fusione dei due contesti in scena, dialogo degli artisti in atto.

SECONDA ZONA

Nella seconda parte della performance vedremo il contesto secondo Yoshito Ohno, il massimo esponente della danza butoh. La sua idea, unita alle caratteristiche e agli elementi fondanti del butoh, vengono espresse dai corpi degli interpreti e partecipanti in una interiorizzazione scenica.

Parole: immagini, interiorità, lentezza, trasformazione, fiore.

***
Yoshito Ohno, figlio ed erede artistico del maestro Kazuo Ohno (1906-2010), figura leggendaria e ispiratrice del butoh, nasce a Tokyo nel 1938. Nel 1959 debutta con il padre in Il vecchio e il mare e nello stesso anno nel celebre Kinijki (Colori proibiti), diretto e coreografato da Tatsumi Hijikata, considerato la prima, eversiva creazione nella storia della nuova danza Butoh. Tra il 1960 e il 1968 studia danza classica e pantomima e partecipa alle performances del gruppo di Hijikata Ankoku Buto-ha. Nel 1969 è sulle scene a Tokyo con la sua prima performance da solista. Si ritira dalle scene per più di dieci anni e nel 1985 torna a teatro con uno spettacolo con il padre, The Dead Sea. Dal 1986 Yoshito dirige tutte le creazioni di Kazuo Ohno. Nel 1987 dirige e interpreta con il padre Water Lilies (Gigli d’acqua) e l’anno successivo Insect Metamorphosis. Nel 1989 presenta a Roma una sua performance e partecipa a festival in vari paesi del mondo; nel 1990 dirige e interpreta con Kazuo Ka Cho Fu Getsu (Fiori-Uccelli-Vento-Luna). Negli anni successivi continua ad accompagnare Kazuo Ohno nelle sue tournées e diviene il principale prosecutore del lavoro paterno, che traduce in spettacoli propri. Nel 2001, quando compie 95 anni, Kazuo lo investe ufficialmente della sua eredità artistica per il futuro. Gli spettacoli di Yoshito Ohno girano in Europa, Sud America, Asia, Canada e negli Stati Uniti e in sedi illustri come La Biennale di Venezia e la Japan Society New York.

 

Il progetto di Yoshito Ohno rientra nell’ambito del Progetto interregionale di residenze artistiche realizzato con il contributo di Regione Emilia Romagna, Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo.


PRESS

In un secondo momento, Del Zozzo e Ōno, interagiscono in un duetto danzato che sembra agevolare l’incontro tra due opposti: Ōno in piedi, ieratico nei suoi gesti e Del Zozzo impegnato in un continuo cadere e rialzarsi, accostarsi e distanziarsi. Infine, un breve ma intenso momento è lasciato al maestro che rientra in scena vestito e truccato di bianco, indossando delle orecchie da coniglio. Le stesse orecchie utilizzate in altre performance e che intendono richiamare un’immagine tratta dalla poesia Dopo il diluvio di Arthur Rimbaud dove, alla fine di un temporale, una lepre compare per offrire la propria preghiera a tutto ciò che è andato distrutto.

(Cinzia Toscano per Altre Velocità)

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