Eudemonica

il demone buono
progetto triennale di ricerca della felicità

 

 

Quello che si dice la personalità cioè la soggettività dell’individuo, 
è venuta meno, il soggetto diventa impersonale. 
E secondo me, questa qualità di impersonalità è essenziale nella nostra professione. 
Siamo impersonali quando siamo veramente attenti, non dimenticatelo

Louis Jouvet

 


Crediti

 

Stratagemma n. 1

con Chiara Di Giacomi 
regia Febo Del Zozzo 
interferenza Bruna Gambarelli 
tecnica Chiara Bocchini, Pasquale Zanellato 

prima rappresentazione 6 Maggio 1998, Link, Bologna

 

Stratagemma n. 2

con Tiziana Cuticchio, Gaetano Cusimano, Tatiana Giannilivigni, Calogero Puleo regia Febo Del Zozzo 
interferenza Bruna Gambarelli 
tecnica Chiara Bocchini, Pasquale Zanellato 

prima rappresentazione 2 maggio 1999, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo

 

Stratagemma n. 3

con Simeon Alexiev, George Sergeev Vachev, Anelia Pencheva Tasheva-Kozuharova, Rumena Georgieva Georgieva
regia Febo Del Zozzo
drammaturgia Bruna Gambarelli
suono Febo Del Zozzo, Luca Ravaioli
tecnica Stoil Stankov

prima rappresentazione 12 novembre 2000, State Drama Theatre di Plovdiv, Bulgaria

 

Evento conclusivo

con Tania de Cesare, Febo Del Zozzo, Tiziana Cuticchio, Gaetano Cusimano, Tatiana Giannilivigni, Calogero Puleo, Simeon Alexiev, George Sergeev Vachev, Anelia Pencheva Tasheva-Kozuharova, Rumena Georgieva Georgieva
regia Febo Del Zozzo 
interferenza alla regia Bruna Gambarelli
drammaturgia Bruna Gambarelli
suoni Febo Del Zozzo, Luca Ravaioli
tecnica Luca Ravaioli
organizzazione Laetitia Helin, Tania Ghenova

  


Prima rappresentazione 8 febbraio 2001, Teatri di Vita, Bologna.
Nell’ambito di Bologna 2000 Città Europea della Cultura.

 

Eudemonica:

Stratagemma n. 1 debutta a Bologna nel 1998 e coinvolge solo il nucleo essenziale di Laminarie. Lo scopo di questa prima fase è quello di indagare sulla “necessità dello stato di vuoto” indicataci da Louis Jouvet e riguarda la possibilità di un attore solo di trattenere in sé l’attenzione.

Stratagemma n. 2 viene completamente realizzato ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo nel 1999 con attori del luogo. La ricerca sullo stato di vuoto indicata da Louis Jouvet viene ampliata grazie all’incontro con l’opera di Simone Weil.

Stratagemma n. 3 elaborato in Bulgaria nei mesi di ottobre e novembre 2000, in coproduzione con il State Drama Theatre di Plovdiv con attori del teatro statale di Plovdiv, a partire dal testo Noi passerotti di Jordan Radičkov.

Con la rappresentazione Eudemonica si conclude un progetto triennale costituito da tre tappe che abbiamo chiamato Stratagemmi.

Ogni tappa ha richiesto la nostra permanenza per lungo tempo nelle città che hanno ospitato il progetto: Bologna, Palermo e Plovdiv (Bulgaria). La scelta di lavorare in Bulgaria è riconducibile a un percorso che da anni ci ha portato in contatto con i paesi dell’area balcanica, mentre la parte palermitana risente delle suggestioni della città che in modo esplicito ci conducevano verso i demoni buoni delle feste popolari.

Eudemonica si interroga intorno ai limiti stessi della rappresentazione. L’interesse non va verso l’espressione delle capacità attoriali, ma verso un altro compito, ossia quello di imprimere nello spettatore la dinamica interna al corpo degli attori, sfidando le convenzioni teatrali in termini di ritmo. Eliminando la soggettività dell’individuo-attore si produce una separazione, un vuoto che porta al distacco dalle azioni, dando la possibilità di guardarle dall’esterno. 

La nostra ricerca della felicità intreccia le teorie di Louis Jouvet, l’opera di Simone Weil e i testi dello scrittore Jordan Radičkov, che abbiamo accolto perché portatore, attraverso i suoi racconti solo apparentemente ingenui, di una cultura in cui la quotidianità assume forme inaspettate: i suoi passerotti forano l’uovo del mondo.

 


PRESS

 

L’Associazione Laminarie, che trae il proprio nome da un’alga in estinzione utilizzata in ostetricia per dilatare il collo dell’utero e favorire pertanto la nascita, sta dando un’ulteriore prova di rifondazione coraggiosa del linguaggio teatrale con Eudemonica. Stratagemmi 1 e 2 in scena ai cantieri Culturali alla Zisa di Palermo. Tappe di un “progetto triennale di ricerca della felicità”, gli Stratagemmi svelano un itinerario volto all’acquisizione dell’agio interiore e costituiscono vere e proprie strategie che mirano all’accoglienza della serenità d’animo, così com’è concepita da Schopenhauer in quel piccolo trattato che è l’Arte di essere felici. Ma come dar sostanza al desiderio di trattenere in sé la serenità, al desiderio di vivere con un demone buono? Occorre innanzi tutto – ci suggerisce il teatro sperimentale delle Laminarie – sottrarsi ai linguaggi costituiti, ripartire da zero, rifondare il linguaggio e al contempo ritrarsi e attraverso la disciplina acconsentire a quello “stato di vuoto” che libera dalle illusioni e lascia affiorare la vera realtà dell’umano e di ciò che ci circonda. 

La “ricerca della felicità” interseca così le teorie dell’attore e regista Louis Jouvet e la sua lettura degli scritti raccolti in Attente de Dieu di Simone Weil, la pensatrice che seppe coniugare attenzione e vuoto in una “filosofia in atto e pratica”. Lo Stratagemma n. 1, prodotto a Bologna, riduce all’essenzialità il linguaggio teatrale e mostra gli esiti del lavoro dell’attore Febo Del Zozzo, che è anche il regista dell’opera, nel suo rapporto con lo spazio scenico riguardo alla possibilità di dominare le proprie pulsioni istintuali e trattenere dentro di sé, all’interno del corpo, il fragile filo della concentrazione. Lo Stratagemma n. 2, reso possibile grazie alla collaborazione degli assessorati alla cultura delle città di Palermo e di Bologna, è frutto di un’attività laboratoriale di due mesi che ha coinvolto giovani apprendisti attori palermitani – sulla scena Tiziana Cuticchio, Gaetano Cusimano, Tatiana Giannilivigni e Calogero Puleo – nel gioco in situazione di esercizi drammatici finalizzati alla conoscenza del corpo e della voce, fino all’assunzione di responsabilità, al distacco da sé e al dosaggio delle intensità, con risultati di buon livello quanto a consapevolezza di essere corpi in uno spazio scenico e percezione degli spettatori. 

A fare da ponte tra il primo e il secondo Stratagemma uniti spazialmente in senso orizzontale è una sospensione materializzata in un corpo di attrice, Tania de Cesare, distesa su un asse che mette in relazione l’alto e il basso e sposta anche in senso fisico la prospettiva traducendo la ricerca di vuoto in “stato di bellezza”.

Trattandosi di work in progress, gli spettatori vedranno la successione degli stratagemmi a ritroso in una struttura scenografica che conduce di sipario in sipario dall’ultimo spazio scenico fino a quello costruito cronologicamente per primo. Il tempo sulla scena è scandito da suoni prossimi alla melodia, alla narrazione, come ad esempio le voci registrate nei mercati palermitani, e da rumori, gesti, voci, parole e silenzi. Tutto il lavoro è sorretto dalle interferenze di Bruna Gambarelli, occhio-orecchio-cuore dall’esterno all’interno dello spazio scenico, in una vera e propria sperimentazione della via all’attenzione. 

Il desiderio di crescita autonoma che aveva spinto Febo Del Zozzo e Bruna Gambarelli a separarsi dalla rinomata famiglia Raffaello Sanzio e a creare la propria piccola famiglia nell’ambito del teatro sperimentale continua a dare prove sempre più convincenti: dall’esperienza con i bambini nelle scuole al teatro per non bambini – notevoli Tu, misura assoluta di tutte le cose, Prometej nato da un laboratorio svoltosi a Mostar con giovani attori del luogo e Poema della forza – in una ricerca che richiede al pubblico, energia e attenzione autentica.

Maria Concetta Sala, Niente, se non con la gioia. Le Laminarie a Palermo, 5 maggio 1999

 

 

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fotografie di Giuseppe Piazza e Luca Lo Iacono

 

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