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Scrivere ti dà sollievo. Anche se non hai niente da dire, scrivere ti dà sollievo.
Ma lo sai quando non hai niente da dire?
In un’autobiografia, deve esserci anche molto da decifrare e indovinare. Le presunte soluzioni devono potersi anche rivelare errate. Alcuni aspetti occorre siano disposti in modo tale da rimanere per sempre occulti. Ogni intromissione pretenziosa e fuorviante farà i conti col ridicolo. Un’autobiografia è misteriosa come la vita di cui parla. Una vita esplicita non è stata una vita.
Crediti
regia Febo Del Zozzo
scene Febo Del Zozzo realizzate con Pasquale Zanellato
video Lino Greco
drammaturgia Bruna Gambarelli
suono Febo Del Zozzo, Luca Ravaioli
tecnico Matteo Menduni
organizzazione Federica Furlanis
Esistenza n. 1 – Elias Canetti
con Febo Del Zozzo, Matteo Ripari (poi Marco Rogante), Angelo di Bello Alice Padovani, Federica Rocchi
con la partecipazione di Andrea Armieri della Compagnia del Fiore d’Argento
fonico Mariangela Vallicelli
prima rappresentazione 3 dicembre 2003, Auditorium, Molinella (BO)
Esistenza n. 2 – Edmondo Peluso
con Febo Del Zozzo
e con Angelo di Bello, Davide Lora (poi Marco Rogante)
voce Annunciata Gambarelli, Bruna Gambarelli
prima rappresentazione 24 novembre 2004, Teatro Bismantova, Castelnovo Monti (RE)
Elementi da un’autobiografia nasce a seguito dell’incontro con i testi di Elias Canetti e di Edmondo Peluso. Entrambi hanno basato molta parte della loro opera su scritti di carattere autobiografico che ci giungono da esperienze di vita radicalmente diverse. Due uomini che ci parlano di se stessi e del loro rapporto con la scrittura. Elementi che fondano il pensiero autobiografico. L’autobiografia non è un autoritratto. Il disegno di una vita non è mai volontario, non si compone in una determinata figura né consegue ad alcun progetto, piuttosto risulta, consiste nel lasciarsi dietro una figura tracciata inconsapevolmente.
Il passato è irrevocabilmente perduto, forse ci è dato di cogliere qualche elemento di verità con l’esercizio della memoria. Ma la realtà impoverisce lo sforzo faticoso del ricordo. Vince l’oblio e la sua cultura. Ri-raccontarsi è anche sospendere l’incredulità, come si fa a teatro.
Esistenza n. 1 – Elias Canetti
Elias Canetti, dopo aver vagato per decenni fra migliaia di miti, di fiabe, di trame, si è rivolto a quell’unica storia che per ciascuno di noi è la più segreta ed enigmatica: la propria.
Esistenza n. 2 – Edmondo Peluso
Edmondo Peluso, il 31 gennaio del 1942, viene condannato dalla commissione dell’NKVD alla pena di morte eseguita mediante fucilazione e giace dimenticato in una fossa comune di un gulag siberiano, non era mai stato un nemico del popolo.