31 MAGGIO 2011 ore 18 – 23
INCONTRO PUBBLICO “La crisi, la politica e il territorio. Scenari e pratiche”
Seminario curato da Bologna al bivio
PROGRAMMA >
ore 18.00 Contributi
Bruna Gambarelli, Compagnia teatrale Laminarie
L’esperienza di DOM la cupola del Pilastro, un teatro nel centro della periferia
Francesco Ciafaloni, ricercatore IRES di Torino, collaboratore delle riviste “Lo Straniero” e “Gli Asini”
Democrazia e deindustrializzazione: il caso di Torino
Francesco Cossentino, economista
Capitale senza lavoro, periferie senza centro, consumatori senza cittadinanza
Chi Rom e… chi no, associazione di promozione sociale del quartiere Scampia di Napoli.
Educazione, inchiesta e pratiche di cittadinanza: dispacci da Scampia.
ore 20.00 – 21.00 Aperitivo-cena
ore 21.00- 23.00 Discussione
Intervento di apertura: Nadia Urbinati, Columbia University, New York“BOLOGNA AL BIVIO” DIVENTA UN LABORATORIO
Bologna è la metafora di tante città europee in difficoltà ad uscire da una grave crisi economica e politica. Il bivio è tra due strade che portano – da un lato – verso lo sviluppo, la piena occupazione, la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale, e – dall’altro – verso una crescita affidata agli automatismi di mercato e alla regressione silenziosa della democrazia. Una strada, quest’ultima, che separa l’economia della società, il capitale dal lavoro, il consumo dal diritto di cittadinanza, nell’illusione di una modernizzazione che rende liberi di scegliere, in un gioco competitivo che riduce il lavoro, il welfare e l’ambiente a costi da minimizzare e che alimenta frammentazione e divisioni: Nord contro Sud, giovani contro vecchi, lavoratori dipendenti contro lavoratori autonomi, lavoratori autoctoni contro stranieri.
Queste contraddizioni portano con sé molte domande: come e dove si costruiscono le politiche pubbliche? Come si può dare voce alle idee e alla progettualità dei cittadini a partire dalle loro competenze e dalle loro esperienze, oggi isolate ed emarginate dalla crisi della rappresentanza politica? Come recuperare una progettualità della sinistra? E come cercare risposte collettive in un contesto nel quale la politica è sempre più subalterna all’economia e alla finanza?
Dopo il volume “Bologna al bivio. Una città come le altre?” (Edizioni dell’Asino 2010) – una riflessione a più voci sulla crisi di Bologna e della sua cultura politica e civile – abbiamo deciso di dare continuità a quell’elaborazione, dando vita a un laboratorio di analisi e progettazione politica. Un luogo in cui imparare a formulare le domande giuste e ad elaborare insieme le risposte. Un luogo che faccia diventare Bologna una città politicamente fertile. Un luogo di discussione aperto e indipendente.
Vorremmo coinvolgere donne e uomini che quotidianamente sperimentano le contraddizioni del modello di sviluppo, la riduzione degli spazi di democrazia, il declassamento da cittadini a consumatori. Persone che lavorano nelle associazioni, nel terzo settore, nel sindacato, nelle amministrazioni pubbliche, nel settore sociale e sanitario, nelle fabbriche, nelle scuole e nelle Università, nell’ambito artistico e culturale, nei molteplici contesti del lavoro precario. Persone che si interrogano su quanto accade e hanno voglia di confrontarsi con altri.
Parleremo di Bologna, ma non solo, perché vorremmo tenere ben saldo il nesso tra dimensione locale e dimensione nazionale ed europea.
Inizieremo la nostra attività con un seminario pubblico, il 31 maggio. E inizieremo dal quartiere Pilastro, perché nel nostro paese le idee migliori sono spesso nate dalla periferie, ed è dalla periferia che vogliamo iniziare a guardare ciò che nella società si muove ed è vitale.PERCHE’ QUESTO SEMINARIO
A Bologna, e ovunque in Italia, molte associazioni, realtà del terzo settore, esperienze artistiche e culturali, servizi sociali ed educativi, stanno affrontando un momento di grave difficoltà. Una difficoltà che è resa più acuta e più visibile dall’attuale contesto di crisi finanziaria internazionale, che viene usata più o meno strumentalmente da governo e amministrazioni locali per operare tagli ingenti alle spese e per ristrutturare il nostro sistema di welfare.
Le difficoltà di cui facciamo esperienza, però, vengono da lontano: sono relative, ad esempio, al contraddittorio rapporto con la politica e con le amministrazioni, stretto tra la necessità di finanziamenti pubblici e l’aspirazione all’autonomia. Oppure all’incapacità di individuare direzioni di lavoro condivise tra i vari soggetti sul territorio. O – infine – alla difficoltà di costruire spazi di vera democrazia e partecipazione nei nostri quartieri. Ma anche la crisi economica globale viene da lontano, ed è causata da processi cresciuti lentamente negli anni.
Ci sono dei nessi tra queste riflessioni? Che somiglianze corrono tra le difficoltà in cui si muovono associazioni, cooperative sociali, teatri, scuole? E in che modo la crisi ridefinisce (e ridefinirà) il loro agire sociale?
Intendiamo proporre una discussione che intrecci una riflessione sulle cause e le conseguenze della crisi economica e politica con alcune esperienze di lavoro sociale e artistico nelle periferie: esperienze significative per comprendere quello che è accaduto e che sta accadendo a Bologna e in altre città. In periferia alcune delle contraddizioni in cui ci muoviamo sono più immediatamente visibili, ed è in periferia che molte persone e gruppi hanno iniziato da tempo a costruire forme di “democrazia dal basso”, lavorando su temi e con pratiche con cui sarà sempre più necessario confrontarsi in futuro.
Vorremmo partire da qui, da questo confronto tra gli scenari e le pratiche.