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DOM la cupola del Pilastro

CONTESTO | il video della stagione 2017

E' finalmente on line il video di Contesto, la stagione che ha attraversato la cupola del DOM da febbraio ad aprile 2017!

Qui il link al video  che ne racchiude tutto il programma.

Ora!

 

 

ISTRUZIONI:

Seguire sempre il rosso.
Anche quando:
entra a scuola di notte
passa dentro la palestra
si infila per stretti corridoi
attraversa il bosco
si arrampica sulla collina
arriva a teatro!

 


Crediti

teatro itinerante per i bambini – dai 4 anni

con gli artisti di Onfalos: Marta Casarini, Marco Dalpane, Febo Del Zozzo, Agnese Del Zozzo, Sofia Del Zozzo, Marco Di Giovanni, Bruna Gambarelli, Antonello Marra, Mario Martignoni, Gioele Guatta, Theo Guatta, Giuliano Guatta, Daniela Perani, Ominostanco, Federica Rocchi.
grazie a Simona Bertozzi, Gabriele Dalla Barba, Federica Iacobelli, Andrea Martignoni, Maria Montanari, Evelina Pereshova
promozione Viviana Mercurio; 
logistica Laura Barbieri e Laura Tarroni; 
tecnica Matteo Chesini; 
amministrazione Claudia Bortune
in collaborazione con Istituto Comprensivo 11; 
con il contributo di: Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Cultura; Provincia di Bologna - Settore Cultura; Comune di Bologna - Bolognaestate 2011. 


Prima rappresentazione 2 luglio 2011 DOM la cupola del Pilastro e gli altri spazi del polo scolastico Panzini, Bologna.

 


 

ORA! è stato realizzato per la prima volta a giugno 2011 nell’ambito di Onfalos infanzia al centro, curato da Laminarie, negli spazi del Pilastro che circondano DOM: la scuola media, la palestra, il parco, il teatro. Vi hanno preso parte tutti gli artisti che hanno partecipato a quell’edizione di Onfalos con Ie loro esperienze laboratoriali. Ogni artista ha curato infatti una tappa del percorso, dando vita a un viaggio attraverso i diversi linguaggi artistici contemporanei.

 


PRESS

 

 

Ora! ovvero una sorpresa in una notte d’estate, quando mettiamo l’infanzia al centro, come una palla ben realizzata, al centro del nostro sentire e operare. Spazio reale e vitale tra gli spazi della scuola che diventano teatro dell’intimità, quelli del teatro che sono pedagogia. Quelli della palestra e del giardino che diventano biografia dei singoli e del collettivo. Ora! è un mosaico di momenti di vita, in cui ogni tessera contiene frammenti di allievo, spettatore, maestro e in cui si annulla l’imbarazzante iato tra teoria e pratica: si affermano, viceversa, la totalità dell’esperienza e dell’esserci. Nel percorso di Ora!, non incontriamo né l’ansia dimostrativa tipica del saggio, né la retorica della trasandatezza e della indigenza periferica, né tantomeno un atteggiamento paternalistico nei confronti dei bimbi coinvolti o didascalico rispetto al quartiere. I ragazzi non si esibiscono graziosamente per genitori e adulti in visita antropologica ma fanno, in tutta semplicità, ciò che hanno imparato. Gli adulti guida che li accompagnano mostrano altrettanto semplicemente la strada. 

Silvia Napoli

Tu non mi conosci

 

 

Tu non mi conosci. 
Per esempio, credi che io sia in camera mia al piano di sopra a fare i compiti. Sbagliato. 
Non sono in camera mia. E non sto facendo i compiti. 
E anche se fossi in camera mia, non farei certo i compiti, per cui ti sbaglieresti lo stesso. 

Non hai capito niente? 
Arrangiati. 

David Klass



Crediti 

teatro per i bambini – dagli 8 anni

di Febo Del Zozzo
con Febo Del Zozzo, Agnese Del Zozzo, Sofia Del Zozzo
scene e suoni Febo Del Zozzo
costumi Bruna Gambarelli
video Lino Greco, Bruna Gambarelli
cura Federica Rocchi
produzione Laminarie
con il contributo di Regione Emilia Romagna – Assessorato alla Cultura
e di Provincia di Bologna – Assessorato alla Cultura


 

Prima rappresentazione 8 novembre 2008 Teatro delle Briciole di Parma, Festival Zona Franca (primo studio dal titolo Formato 1/16) poi in versione definitiva 27 marzo 2010 Koishikawa Annex Museum, Tokyo University, Giappone.

 

 

 

Tu non mi conosci ci pone delle domande. Ci chiede di guardare meglio, di stare più attenti. Quello che credevamo di conoscere, sta cambiando forma. 

Tu non mi conosci inizia da questa idea, alla ricerca di forme che cambiano. Nello spettacolo, due corpi diversi, quello di due bambine e quello di un uomo disposto ad ascoltarle, portano in scena la trasformazione, quella inconsapevole della materia e quella coraggiosa della crescita.

Lo spettacolo si ispira al testo Tu non mi conosci di David Klass, di cui conserva però soltanto l’incipit. Il lavoro si affida prevalentemente a un linguaggio gestuale e fisico, dove suono e video accompagnano le azioni che le due attrici bambine eseguono in scena. I quattro elementi (acqua, aria, terra e fuoco) sono attraversati come stati di una materia in continua trasformazione, quali sono le fasi della crescita e dell’adolescenza. In Tu non mi conosci, le due bambine rivolgono un atto di accusa nei confronti del mondo adulto, rivendicando un loro spazio autonomo di espressione e una necessità di attenzione. Lo spettacolo si esprime attraverso immagini simboliche e una gestualità che a tratti si avvicina alla danza, percorrendo il territorio sottile del linguaggio del teatro contemporaneo.

Tu non mi conosci, dopo un primo studio dal titolo Formato 1/16 presentato al festival Zona Franca al Teatro delle Briciole di Parma nel 2008, e dopo una residenza presso il Torifunebutohsha Theatre di Tokyo, ha debuttato al Museo Koishikawa Annex di Tokyo nel marzo 2010 in collaborazione con UMUT - University of Tokyo, ed è stato presentato in prima italiana a DOM La cupola del Pilastro nell’ambito del festival Bolibrì organizzato dalla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna.

 


PRESS

 

La pièce Tu non mi conosci di Laminarie è interpretata da Febo Del Zozzo e dalle sue due figlie Sofia e Agnese. Non è molto frequente in Giappone vedere un’opera interpretata da un padre e dalle sue figlie; e la sua messa in scena in uno spazio teatrale che presenta numerose restrizioni – per terra in un edificio di legno, circoscritto da sessanta spettatori – costituisce un’eccezione nell’epoca d’oro del teatro commerciale, che è la nostra epoca. Per gli spettatorivgiapponesi che hanno saputo coglierle, le connotazioni simboliche racchiuse in questa pièce interpretata da una famiglia erano molto interessanti. Se la struttura narrativa della pièce non è strutturata al punto da poterla definire un racconto, non di meno la ricchezza delle numerose citazioni, tratte dai miti, provvede alla solidità della sua composizione. Così, il monologo di apertura basta da solo a indicare il modo in cui l’intera struttura della pièce è sottomessa al quadro formale del racconto. Se fossimo stati cristiani occidentali, ci saremmovsicuramente ricordati il prologo del Vangelo secondo Giovanni: “In principio era il Verbo”. Per quanto possiamo giudicarne, la trama principale dello spettacolo è costituita da una visione del mondo ispirata alla teoria aristotelica dei quattro elementi. Su questa trama si intersecano, come i fili di un ordito, motivi ben noti tratti da miti occidentali antichi. Così, la fucina di Prometeo, il filo di Arianna, i festini di Bacco, Eolo con le guance gonfie che insuffla la prima materia, la forza dei Titani, sono i motivi che servono a tessere questa ricca stoffa […]. Infatti, il gesto con il quale la bambina allarga le braccia per misurare all’auna (secondovun’antica unità di misura) il filo rosso teso davanti a lei, riprende il racconto tradizionale, all’inizio della Genesi, secondo il quale il Creatore allargò le braccia per stabilire le dimensioni del mondo. Sarebbe eccessivo vedervi una filiazione che arriva fino alla creazione come se la immagina William Blake? I quattro elementi (acqua, vento, terra e fuoco), i quattro fiumi del Paradiso evocati dai quattro fili rossi, così come le quattro generazioni della vita formano il motivo centrale intorno al quale si tesse questo racconto della creazione del cosmo;vracconto reso attraverso i gesti – violenti in certi momenti, naturali in altri – delle due bambine in tenuta scarlatta accompagnate dal loro padre. [...]

Yoshiaki Nishino, in Ampio Raggio n. 1

 

Tutto d'un fiato

 

 

Un viaggio alla ricerca del luogo dove non si muore mai….

 


 

Crediti 

teatro itinerante per i bambini – dai 4 anni

con Bruna Gambarelli, Febo Del Zozzo, Agnese Del Zozzo, Sofia Del Zozzo, Federica Rocchi, Jessica Cestaro, Simone Arganini, Angelo Daldi
e con i musicisti di Bologna Folk Band
disegni pop-up Giovanni Iafrate
cura Federica Rocchi
logistica e amministrazione Silvia Palmia
ufficio stampa Alessandra Farneti
produzione Laminarie
con il contributo di Regione Emilia Romagna, Ministero per i Beni e le attività culturali, Comune di Bologna
nell’ambito di Bè bologna estate 2014
in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione


 

Prima rappresentazione 10 giugno 2014 DOM la cupola del Pilastro e Teatro Stabile Arena Del Sole, Bologna nell’ambito di Onfalos, esperienze con le arti contemporanee per bambini e ragazzi.

 

Tutto d’un fiato è stato realizzato in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione e nell’ambito di bè bolognaestate 2014.

Tutto d’un fiato è una fiaba itinerante per adulti e bambini, con partenza dal Pilastro e viaggio su un trenino rosso per raggiungere il centro storico di Bologna. Un percorso su un trenino rosso che lungo le strade della città collega la periferia e il centro di Bologna attraverso due teatri: Dom la cupola del Pilastro e l’Arena del Sole, mettendo l’infanzia al centro della mappa cittadina. 

Il viaggio di Tutto d’un fiato è ispirato a I Musicanti di Brema dei Fratelli Grimm e si snoda come l'itinerario di una fiaba, attraverso l’incontro con quattro animali (interpretati dai danzatori Jessica Cestaro e Simone Arganini e con la partecipazione dei musicisti di Bologna Folk Band) che raccontano attraverso il movimento la loro storia di personaggi che dovevano morire, maltrattati dai padroni perché invecchiati e ormai inutili, ma che decidono invece di mettersi in viaggio e unirsi alla banda cittadina.

I bambini salgono così sul treno che attraverserà tutta la città per condurli nel centro storico. Una volta scesi dal treno, i bambini vengono guidati negli spazi più nascosti e segreti del teatro Arena del Sole. I due gruppi di spettatori guidati dalle due bambine si rincorrono tra palcoscenico, platea, palchi, ballatoi e camerini per scovare il senso del viaggio seguendo le tracce lasciate dai libri pop-up di Giovanni Iafrate, un giovanissimo artista che realizza vere e proprie opere d’arte di carta. 

Tutto d’un fiato è stato dunque pensato come un’esperienza, un viaggio vero e proprio che i bambini e le loro famiglie condividono con gli attori, i danzatori e i musicisti di Laminarie, tutti insieme in cammino per cercare una risposta alla domanda più difficile di tutte: “Posso cambiare il mio destino?”

 


 

PRESS

 

Questo viaggio dentro la fiaba dei musicanti di Brema è stata una sorta di avventura  finalizzata all’appropriazione di uno spazio, il teatro, e di un tempo, quello della rappresentazione. Quello spazio in cui è possibile vincere i briganti e allontanare la paura è di tutti, non solo di chi sta sul palco ma anche di chi lo percorre dall’altra parte e l’invito di Laminarie è stato di farlo proprio, costruendo liberamente la propria sfera immaginativa e di senso. 

Cira Santoro, Eolo.it

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